Dall’organizzazione classica all’organizzazione che apprende.

misurare il tempo
invertire il flusso delle tessere
sviluppare nuove idee

Le nuove sfide poste alle organizzazione sono notevolmente aumentate. L’organizzazione classica ha rappresentato a lungo l’unico modello  di successo.  Tale modello si basa su tre assunti:

  • parcellizzazione del lavoro;

  • forte gerarchia;

  • divisione tra direzione ed esecuzione del lavoro.

Il fondatore F. Taylor (1911),  mise a punto ciò che oggi è conosciuto come scientific management. Egli sosteneva che analizzando scientificamente l’attività lavorativa, fosse possibile suddividerla in una serie di compiti elementari da assegnare all’operaio che risultasse più adatto. Lo scopo era quello di raggiungere una specializzazione tale da poter abbattere tutti i tempi morti nel processo produttivo. L’esempio più conosciuto dell’applicazione di tale metodo è quello della Ford, che però assegnò un ruolo preminente alle macchine, facendo si che fossero queste a dettare i ritmi di lavoro. Ford riuscì ad implementare una catena di montaggio quali totalmente automatizzata in cui alle risorse umane restava un ruolo marginale.

Le nuove sfide del mercato.

Con il procedere dello sviluppo tecnologico, il ruolo dell’individuo all’interno delle organizzazioni ha acquisito un’importanza maggiore. Oggi l’attività lavorativa raramente è composta da una serie di compiti altamente specializzati. Ciò che il mercato richiede è una maggiore capacità di adattamento delle organizzazioni e risorse umane camaleontiche. Le organizzazioni operano oggi in un ambiente dinamico ed in continua evoluzione dove la concorrenza è più spietata e lo scarto tra un’organizzazione e i suoi competitors si vede nei piccoli dettagli. Se fino a qualche decennio fa poteva valere il motto un uomo un capo, oggi non è più così. In un ambiente così variabile è auspicabile che a prendere decisioni sulla vita organizzativa sia un gruppo di persone e che i dipendenti, coloro che sono i più vicini al prodotto e al cliente, vengano interpellati e ascoltati. Oggi alle organizzazioni è richiesto di apprendere ad apprendere, per reagire alle nuove sfide!

Come si impara ad apprendere?

Le organizzazioni devono imparare ad accogliere il cambiamento, adattando il loro modo di operare sulla base delle  nuove sfide che gli vengono poste. Ciò è realizzabile dotandosi di una forza lavoro competente, costantemente aggiornata e formata, versatile e dotata di autonomia e responsabilità. Nelle learning organization non c’è una gerarchia forte e definita, tutti possono esprimere la loro opinione su tutto, l’iniziativa individuale è fortemente incoraggiata e l’errore è visto come occasione di apprendimento. Ciò avviene grazie all’ambiente accogliente, elastico e tollerante che tali organizzazioni creano ed offrono ai loro dipendenti. In organizzazioni di questo tipo il motto “one best way” (modo ottimo) è sostituito dal motto “one better fit” (adattamento ottimo).Le organizzazioni classiche sono state realtà di successo, ma la loro estrema rigidità, il loro ancoraggio profondo al mantenimento dello status quo non le ha rese adatte a sopravvivere in un ambiente in continuo divenire.

Cosa possiamo trovare in una learning organization?

  • Nell’era dell’Industria 4.0 le organizzazioni di successo sono quelle disposte a mettersi in gioco, a cambiare, ad adattarsi a ciò che il mercato richiede, alle necessità ambientali e ai bisogni della forza lavoro. Esempi di ciò che possiamo trovare in una learning organization sono:

    • un nido aziendale per favorire i dipendenti con figli piccoli e nessuno che possa aiutarli;
    • un’area ricreativa e/o sportiva a disposizione del personale che favorisca il generarsi di nuove idee e il trasferimento delle stesse;
    • progetti formativi ad hoc studiati e progettati sulle esigenze organizzative e individuali;
    • manager aggiornati e disposti all’ascolto;
    • ambienti open space e spirito di collaborazione.

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